Nel settembre 2016 la SIEP lanciava l’Appello per la Salute Mentale, chiedendo azioni concrete per “rendere conto in modo pubblico, partecipato e trasparente del reale funzionamento dei sistemi locali per la salute mentale, dei modelli organizzativi adottati, delle risorse umane ed economiche effettivamente impiegate, del grado di raggiungimento degli obiettivi di Piano Regionale e Nazionale, dei livelli di efficacia ed inclusione sociale conseguiti”.

Ad esito di questo lavoro istruttorio si rilevava la necessità di convocare la “Conferenza Nazionale della Salute Mentale, con il fine precipuo di verificare in che misura i differenti sistemi regionali siano in grado di perseguire gli obiettivi definiti nel Piano di Azioni Nazionale per la Salute Mentaleapprovato in Conferenza Unificata il 24.1.2013 e di definire le misure per garantire in modo uniforme sul territorio nazionale il diritto alla cura e all’inclusione sociale delle persone con disturbi psichiatrici”.

Rimasto inascoltato nella precedente legislatura, oggi gli obiettivi dell’Appello vengono sostanzialmente ripresi nel Decreto Ministeriale del 24.1.2019 con cui il Ministro Grillo istituisce un organismo tecnico sulla Salute Mentale presso la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria.

compiti affidati al Tavolo Tecnico sono infatti (art. 1):

  1. verificare lo stato di implementazione delle linee guida, documenti scientifici e accordi in Conferenza Stato-Regioni ed Unificata, in attuazione del Piano di azioni nazionale per la salute mentale;
  2. verificare l’appropriatezza dei percorsi di trattamento e riabilitazione erogati dai servizi territoriali e dai servizi psichiatrici di diagnosi e cura;
  3. approfondire, alla luce dei dati del sistema informativo salute mentale, l’esistenza di eventuali criticità riscontrate nei servizi territoriali, ed elaborare proposte per il loro superamento e per l’ottimizzazione della rete dei servizi, attraverso il loro potenziamento;
  4. proporre azioni operative e normative che favoriscano l’attuazione dei più appropriati modelli di intervento per la diagnosi, la cura e la riabilitazione psicosociale dei portatori di disagio psichico, finalizzati alla riduzione dei trattamenti sanitari obbligatori e volontari, della contenzione meccanica e quella farmacologica.

 

La Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica, chiamata a partecipare ai lavori di questo organismo tecnico, saluta con soddisfazione questa decisione, che attesta l’attenzione che la Salute Mentale sta finalmente riguadagnando nell’agenda della sanità pubblica italiana. Non sarà semplice superare i particolarismi e gli opportunismi che hanno condannato all’irrilevanza la Salute Mentale negli ultimi 15 anni, ma crediamo che i tempi siano propizi per un’inversione di tendenza.